Testo Gv 20,19-31
(edizione Bibbia CEI 2008)
19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. 22Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”.
Testo At 2,1-11
1Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
5Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. 7Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? 8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? 9Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, 10della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio”.
Commento a cura del Gruppo Donne
Pentecoste
La Chiesa nasce il giorno di Pentecoste, non da un’azione umana ma da un’azione dello Spirito. Il termine originario indica la chiamata, la convocazione dell’assemblea. Chiesa è lo stare insieme dei chiamati, la chiamata è per tutte e tutti. Il 50simo giorno dopo la Pasqua era la festa in cui gli Ebrei celebravano l’alleanza con Dio e il dono della legge (insegnamenti). Il dono dello Spirito completa e va a dare compimento al dono del Sinai, non a sostituirlo.
Si pone l’accento sul fatto che prima di questo dono i discepoli non sarebbero stati in grado di assolvere l’incarico di andare verso gli altri. Ci chiediamo allora la differenza rispetto a quando i discepoli erano stati mandati da Gesù vivente, a due a due. Risposta 1. Prima della morte di Gesù loro si erano rivolti solo al popolo di Israele, dopo la Pentecoste vanno a tutti. Risposta 2. Con Gesù vivente i discepoli sono supportati ma anche in qualche modo condizionati dalla sua presenza carismatica. Gesù afferma che deve andare via per consentire che venga lo Spirito, che è libertà di discernimento.
Notiamo che in Atti coloro che ricevono lo Spirito iniziano a parlare le lingue degli altri, non sono gli altri che riescono a capirli. Loro vanno verso gli altri. E’ una situazione che richiama all’opposto la Torre di Babele, anche nel senso che in quel caso erano gli uomini che costruivano la torre per arrivare allo stesso livello di Dio, mentre nel caso del dono dello Spirito si tratta i Dio che arriva a noi. E’ fragore e vento impetuoso, perché si rivolge a tutti.
Perdonare i peccati
Il senso originario della parola peccato è mancare il bersaglio, non raggiungere un obiettivo nel compimento della volontà di Dio. Diverso dal significato di offesa a Dio, diverso dall’infrangere le regole della morale. Riflettiamo su come questo senso sia stato distorto nel corso della storia, di come si sia configurato il sacramento della penitenza, che non esisteva nella chiesa degli inizi, dove c’era la auto-penitenza privata nei casi di piccole mancanze e testimonianza pubblica nel caso di peccati gravi, con penitenza e riconciliazione pubblica. Nei secoli si è arrivati a forme di aberrazione quali la pratica delle indulgenze a pagamento e la penitenza effettuata dai monaci per conto dei peccatori, a pagamento.
Sulla chiamata e sull’ascolto
Gesù che alitò sui discepoli ci ricorda il soffio di Dio nella creazione in Genesi, ci indica che nasciamo già con questo dono. Siamo i tralci della vite, dalla nascita e a prescindere dalla religione professata. Quindi cosa cambia dal prima al dopo rispetto al dono dello Spirito? Cambia il fatto che siamo noi che ce ne rendiamo conto, che lo riconosciamo. E’ il segno della nostra conversione, conversione che avviene tutte le volte che ci mettiamo in ascolto dimenticandoci della nostra persona. Quando agiamo diversamente da come ci aspettavamo e ci sentiamo guidate dallo Spirito, è perché ci siamo rese libere dai nostri difetti, pregiudizi, egoismi. Ci liberiamo da noi stesse e ci affidiamo, sapendo che potremo sbagliare ma verremo comunque accolte dalla misericordia di Dio.
Riflettiamo sul fatto che oggi si fa un gran parlare (a cominciare dal clero) di mettersi in ascolto dello Spirito ma in realtà vengono alzati muri per non ascoltare lo Spirito che sta parlando tramite le persone che si fanno portatrici di istanze di giustizia e uguaglianza.