Piccola introduzione al Vangelo di Marco
L’evangelista ci presenta un Gesù umano, quasi destrutturato, inafferrabile ed essenziale. È il primo Vangelo scritto, fra il 65 e il 70, prima della distruzione del Tempio, infatti sembra che Marco non abbia subito lo shock di tale fatto. Tradizionalmente si pensa sia stato scritto da Giovanni (nome ebraico) Marco (nome romano) che appare negli Atti degli Apostoli a seguito di Paolo e poi di Pietro. E’ stato definito il Vangelo della rivelazione, ha un’impronta catechistica e sembra sia stato scritto per i catecumeni ebrei e pagani che volevano diventare cristiani.
Inizia in Galilea al Giordano e avrà la sua fine con l’invito a tornare in Galilea. Nel racconto Gesù è sempre in cammino, e la frequente ripetizione delle congiunzioni “e…e…” tipico della scrittura ebraica, dà ritmo sostenuto al racconto.
Sant’Agostino lo ha un po’ affossato definendolo il riassunto del Vangelo secondo Matteo. Solo con la modernità i teologi hanno ricominciato a studiarlo e solo con il Concilio Vaticano II e la riforma liturgica è stato rivalutato venendo letto nell’Anno Liturgico B (Domenica 1a d’Avvento 2023).
I momenti salienti: al cap. 8,29 Pietro esprime la rivelazione “Tu sei il Cristo”, ma poco dopo dimostra di non aver capito chi veramente fosse Gesù. Nei successivi 8 capitoli Gesù insegna ai discepoli, si scontra con i suoi avversari, fa discorsi apocalittici, così al capitolo 14 lo troviamo a Gerusalemme per la Pasqua ebraica con i discepoli (e discepole), nel racconto dell’Ultima Cena e della Sua Passione, Morte e Resurrezione. Davanti alla morte in Croce di Gesù, la rivelazione è affidata a un pagano, il centurione che dice “Davvero quest’Uomo è il figlio di Dio” cap.15,39. Marco termina il suo Vangelo con la Tomba vuota e con le donne, in primis Maria di Magdala, che alla scoperta prendono paura e ricevono il messaggio “Ora andate, dite ai Suoi discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto” cap16,7. Dal capitolo 16,9-20 lo stile cambia, sembra un’aggiunta di un altro scrittore, in un tempo dove sembrava d’aver capito meglio il Maestro.
Alcuni teologi oggi consigliano una lettura consecutiva di questo Vangelo, per poi rileggerlo piano piano, per cercare di capire Gesù assorbendolo in noi e per testimoniarlo come Figlio di Dio, quel Dio Padre Misericordioso che si chiama Amore e che il Cristo in obbedienza ci ha presentato donandoci il Suo Spirito.