Testo Mc 1,14-20
(edizione Bibbia CEI 2008)
14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Commento a cura del Gruppo Donne
Da Giovanni a Gesù
Il brano riporta il passaggio di testimone tra Giovanni Battista e Gesù, in maniera abbastanza stringata (non sappiamo se in qualche modo si fossero frequentati, i Vangeli non lo riportano).
Gesù annuncia che è giunto il tempo di pienezza e si avvicina il regno di Dio (kairos=momento culminante), intendendo che è già presente. Ciò che tutti aspettavano era già presente nella loro vita e poteva essere colto, non rispettando la legge alla perfezione o facendo il mercato delle buone azioni, ma tramite un atteggiamento di amore verso il prossimo. L’indicazione di andare oltre il rispetto pedissequo delle prescrizioni non è nuovo con Gesù. A differenza di quanto si pensi, vari profeti precedenti lo avevano indicato.
Lo stesso annuncio vale per noi oggi, il regno è dentro la nostra vita e possiamo averne esperienza attraverso la conversione, non in senso moralistico ma di visione.
E anche: il regno di Dio è vicino, ma quale Regno? Quello indicato dalla croce, dal suo esempio.
Si crede “nel” Vangelo non “al” Vangelo, facendo proprio un nuovo stile di vitae dando l’esempio con il comportamento. Come fecero le prime comunità cristiane, che erano riconosciute per il loro stile di vita.
Si forma una comunità
All’inizio della sua predicazione Gesù si preoccupa di formare una comunità, chiamando alla sua sequela persone che lavorano e conducono esistenze “normali”.
A differenza dei maestri-rabbi precedenti e del suo tempo, non viene scelto dai discepoli ma è lui a sceglierli. Meditiamo che di fronte alla grandezza e difficoltà della sua missione aveva bisogno di amici che gli fossero di supporto. Annunciare che il Regno di Dio era arrivato non era cosa di poco conto, considerata tutta la tradizione profetica che aveva atteso e predicato l’attesa. Inoltre, non tutti erano contenti di questa buona notizia, portatrice di perdita di status e privilegi. Gesù chiedeva di cambiare mentalità, dalla competizione alla misericordia, capovolgendo la scala dei valori. La buona novella portata da Gesù era dirompente allora e lo è ancora oggi, anche noi a volte facciamo fatica a ricordarci e credere che il regno di Dio è qui è ora.
Gesù indica nel suo “programma” la stessa attività che i discepoli facevano (pescatori) è da tenere in considerazione. Intende che nella vita quotidiana, mentre si svolgono le proprie attività, si deve fare un passo in più, uscire dalla propria “comfort-zone” e rendere vivo il Regno di Dio nella relazione con gli altri. Nella relazione con Gesù i discepoli buttano le reti dove non avevano preso nulla e pescano una grande quantità di pesci.
Riflettiamo: perché per noi cristiani è importante l’aspetto comunitario? perché la relazione con Dio non è esclusiva ma avviene attraverso fratelli e le sorelle, il nostro prossimo da amare come se stessi. Perchè Gesù ci ha insegnato che incontriamo Dio nella relazione con gli altri, uscendo da sé e credendo che essendo tutti figli, siamo tutti fratelli e sorelle (ama il prossimo tuo come te stesso).
E subito
Il testo ripete più volte “e subito”, dando un ritmo incalzante al racconto, quasi di urgenza. Lo interpretiamo non con un significato strettamente temporale ma come: i discepoli hanno aderito “con convinzione”. Abbandonare la famiglia per mettersi alla sequela voleva infatti significare una rinuncia alle proprie origini e identità, rinuncia ai beni e alla reputazione.
Il lasciare le famiglie da parte dei discepoli probabilmente non fu un fatto totalmente reale, come dimostrato che i primi fatti successivi avvengono nella casa della suocera di Pietro. Pensiamo che si voglia indicare una postura rispetto alla vita precedente.
Da notare che viene citato per nome il padre Zebedeo, il cui nome significa “servitore di Dio”. Probabilmente tutta la famiglia era discepola di Gesù anche se non sappiamo quanto lo abbiano seguito fisicamente.
Anche: “e subito” può essere visto come un innamoramento a prima vista e reciproco, come a sottolineare che l’incontro con Gesù provoca un cambiamento radicale nelle vite.