Testo Mc 10,2-16
(edizione Bibbia CEI 2008)
2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: “Che cosa vi ha ordinato Mosè?”. 4Dissero: “Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla”. 5Gesù disse loro: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6 Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7 per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8 e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12 e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio”.
13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”. 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Commento a cura del Gruppo Donne
Da Mosè a Gesù
A una prima analisi sembra che le parole di Mosè – il quale legittima il ripudio della moglie – e quelle di Gesù siano in contraddizione. In realtà non è così se consideriamo il contesto della società ebraica ai tempi di Mosè, dove il divorzio era consentito solo ai mariti e non era normato da leggi. La donna restava sola e senza sostentamento. La legge di Mosè fa quindi un passo in avanti introducendo la necessità di un ripudio pubblico, con giustificazione.
E’ come se la norma si fosse dovuta adeguare ai limiti degli uomini, come se la durezza di cuore degli uomini vada a minare il progetto originario di Dio per la coppia, di unità a partire dalla differenza e dalla dualità, reciprocità e pari dignità.
Gesù va ben oltre Mosè e riconosce la dignità di entrambi gli sposi, afferma che entrambi sono parte attiva nella loro unione, che è davanti a Dio, dando a ciò un grande valore. Non a caso cita Genesi 1, dove si assiste alla creazione dell’umanità con i termini “maschi e femmine li creò”, insieme.
Di possesso e matrimonio
Se da una parte i nostri limiti umani a volte portano a spezzare il progetto divino per la coppia, dall’altra osserviamo che nel tempo l’interpretazione della scrittura ha portato a una distorsione del concetto di rapporto di coppia e di matrimonio. Anche il brano della Genesi proposto nella prima lettura è stato maltrattato: la frase “carne della mia carne” ha erroneamente legittimato un criterio di possesso sulla donna che ancora oggi esiste, è malefico e porta anche ai femminicidi.
Il matrimonio, che in origine e fino a oltre l’anno 1000 d.C. non era sacramento, non può diventare un giogo di sottomissione legittimata dal possesso. Se l’indicazione di “non sciogliere ciò che è stato unito da Dio” va tenuto in grande considerazione dal credente nel matrimonio, va comunque considerata la necessità di legittimare scelte che si fanno per una reale pienezza di vita. Osserviamo ad esempio che in certi casi il rimanere insieme fa più male che bene, a se stessi e ai figli.
E’ importante in generale una rilettura della Scrittura che tenga conto del fatto che essa è stata prodotta da una molteplicità di autori in una determinata situazione storico-sociale. Di certo, possiamo dire che Gesù esprime sempre una grande umanità verso le donne e i bambini, anche in opposizione a quelle che erano le regole correnti.
Gli ultimi
Perchè ricorre spesso l’immagine del bambino? Perché un bimbo accetta ciò che i genitori gli offrono come nutrimento e proposta di vita, riceve e accoglie con semplicità e fiducia, con innocenza e curiosità, senza pregiudizi. Questo ci viene proposto come modello per accogliere la proposta di Dio.
Meditiamo anche sul fatto che nella società del tempo i bambini erano i poveri dei poveri, erano non visti e non considerati. Il povero ha un atteggiamento di accettazione verso ciò che gli viene proposto.
I discepoli vogliono mandare via i bambini, così come volevano mandare via l’estraneo che scacciava i demòni, e via dicendo. Gesù invece avvicina tutti e li abbraccia, esprimendo amore anche con atto fisico che ci restituisce la sua grandissima umanità.