Testo Mc 12,38-44
(edizione Bibbia CEI 2008)
38Diceva loro nel suo insegnamento: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa”.
41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.
Commento a cura del Gruppo Donne
Divorano le case delle vedove (anonime)
In questo brano Gesù sta criticando un certo modo di vivere il sacro, che non è sensibile alla povertà diffusa e che usa la religione per avere potere. Nel Deuteronomio infatti è contenuta l’indicazione di raccogliere le offerte per assistere le vedove e i poveri, indicazione che però non era sempre attuata correttamente.
La vedova pur sapendo di avere lei il diritto di essere aiutata va lo stesso a dare tutto ciò che ha. Colpisce la sua fede “pura”, la fiducia totale pur magari intuendo che i denari delle offerte non verranno usati come dovuto.
Spiace che questa donna non abbia nome, come la maggior parte delle donne nei Vangeli, viene definita solo dalla sua condizione di vedova. D’altra parte il non avere nome fa sì che possa rappresentare tutte le donne. Una figura che contrasta con i religiosi, punti di riferimento per il popolo che disattendono le loro responsabilità e che per questo sono oggetto delle parole dure, quasi violente, di Gesù.
Il necessario e il superfluo
Meditiamo sul superfluo nelle nostre vite. Dove poniamo l’asticella che separa il necessario dal superfluo? La nostra libertà di scelta fa sì che non sia chiaro e definito, ciascuna deve ricercare un equilibrio all’interno del messaggio evangelico. Quindi poniamo la nostra asticella sapendo però che dobbiamo essere pronte a superala, quando intuiamo che sia possibile o che dobbiamo farlo. Questo è il messaggio che ci insegna la vedova, verso la quale Gesù ha rivolto il suo sguardo attento e quello dei discepoli, come faceva nei confronti dei poveri.
La ragazza iraniana
Riflettiamo sulle analogie e sulle differenze tra la vedova e la ragazza iraniana che recentemente ha sfidato l’oppressione maschile spogliandosi in pubblico, sapendo di andare incontro a sofferenza e forse morte a fronte di ciò. Un grido altissimo levato contro un mondo maschile, potente, presuntuosamente sapiente e molto lontano dal Regno di Dio.
Che differenza c’é tra il potere maschile e prevaricante dei tempi di Gesù, tra una “fede” strumentale, esibita e di facciata, e le forme di oppressione che sopravvivono ancora oggi, a distanza di 2000 anni?
Entrambe le donne si sono “spogliate” di tutto con un gesto di fede e di coraggio. La vedova ha fatto un gesto forse più alla nostra “portata”, la ragazza ha fatto un gesto estremo.
C’è molta differenza tra la vedova, in un certo modo rassegnata alla situazione che sta vivendo, e la ragazza iraniana che dona la propria vita per poter cambiare la situazione, affinchè ci sia un risveglio delle coscienze.
La ragazza ha dato la vita per migliorare quella delle altre donne e quindi ci pare di poterla paragonare maggiormente alla figura di Gesù.