Testo Lc 18, 9-14
(edizione Bibbia CEI 2008)
9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10“Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”.
Commento a cura del Gruppo Donne
Contrapposizione dei due personaggi
Il fariseo non sente il bisogno di perdono, fa una specie di spettacolo e soprattutto non dialoga con Dio ma contempla se stesso. Esige la giustificazione come contropartita per essere stato brava persona e osservante.
Il pubblicano ha al contrario fiducia nella misericordia di Dio.
Punto di vista non condiviso unanimemente
Il fariseo si comporta da “antico testamento”, dove è dato risalto all’osservanza della legge, anche senza empatia, mentre il pubblicano ha un approccio più da “nuovo testamento”, dove è dato risalto al Dio di misericordia.
Si oppone il comento che invece la dinamica “prescrizione e applicazione” è presente anche nel vecchio testamento, l’empatia verso il prossimo è presente ad esempio nel Deuteronomio.
Umiltà
Umiltà è riconoscere la fatica che si fa per portare avanti i doni che Dio ci ha dato.
Raggiungi l’umiltà se non neghi la tua dignità. Puoi alzare gli occhi verso il cielo. Umiltà non è sincera se mi sminuisco come persona, allora è falsa modestia. Lodo il signore perché ha fatto grandi cose, quindi umiltà è anche è riconoscere la grandezza di Dio in noi.
Umiltà è svuotarsi da se stessi per lasciare che Dio operi in noi. Rinunciando anche a precetti umani, se ci si sente nel giusto. L’osservanza pedissequa non ci avvicina a Dio.
Ma trovare Dio dentro di sé non è un percorso comune a tutte/tutti. I diari di Etty Hillesum ci raccontano questo tipo di esperienza.