Testo Mt 5, 1-12a
(edizione Bibbia CEI 2008)
1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
3“Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Commento a cura del Gruppo Donne
Un’aggiunta alle 10 parole
La salita al monte suggerisce un guardare verso l’alto, un invito a voler guardare alla vita spirituale e non a concentrarsi solo alla propria persona.
Come Mosè è salito sulla montagna e ci ha consegnato i comandamenti, Gesù ora sale sul monte per darci le beatitudini, che pensiamo quindi come un’aggiunta ai comandamenti fatta per meglio indicarci qual è il modo di vivere. I comandamenti sono più impositivi, obblighi e divieti molto chiari come si danno ai bambini, le beatitudini lasciano spazio al nostro discernimento di capire come comportarci in ogni situazione, ci parlano come si parlerebbe a ragazzi e adulti.
Accogliere le beatitudini
Citazione di Gregorio di Nissa, uno dei padri della chiesa, il quale affermava che come figlie di Dio, battezzate, siamo già immerse nelle beatitudini, possiamo già goderne. Questa consapevolezza ci consente di uscire dalla logica del “fare per avere” e ci rende libere di accogliere ciò che abbiamo già dentro di noi. E’ allora nostra responsabilità e scelta aderire e comportarsi di conseguenza, non sentendolo più come un dovere. (il battesimo che rende figli di Dio è un punto controverso che abbiamo anche già discusso, ma la citazione ha il suo valore a prescindere, ndr)
La proposta delle beatitudini
Ci indicano un percorso per vivere bene con gli altri e con Dio. Beati nel senso di “felici” o “forza!” è una proposta che è anche invito all’accettazione della volontà di Dio.
Vivere le beatitudini fa sì che non si conduca una vita immersa nell’egoismo, che porta inevitabilmente alla sofferenza di altri, ma invece fa sì che gli altri stiano bene con te e a loro volta potranno trasmettere a questo bene.
Poniamo l’accento sul vivere oggi le beatitudini e non sull’attendere una giustizia nel dopo morte. Non si tratta in un invito a sopportare, una consolazione come è stato detto da Marx “la religione è l’oppio dei popoli”. Si tratta invece di mettere in discussione le logiche del mondo e agire di conseguenza.
Ad esempio “Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati” può essere interpretato non come un invito alla sopportazione ma come una chiamata all’azione: ci responsabilizziamo verso le sofferenze delle persone malate, emarginate, vittime di povertà o di violenza.
La comprensione delle beatitudini comunque non è semplice, come ad esempio dare significato a: beati poveri in spirito (che noi interpretiamo come umili) o beati i perseguitati dalla giustizia.