Testo Mt 5, 13-16
(edizione Bibbia CEI 2008)
13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
Commento a cura del Gruppo Donne
Sale e luce, quale significato
La metafora della luce ci ricorda il prologo del Vangelo di Giovanni, dove varie volte si cita la luce, in particolare in Gv 1,9 “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” e alla Prima lettera di Giovanni 1Gv 2,10 “Chi ama suo fratello, rimane nella luce”. Ci indica che siamo stati creati della stessa sostanza del Padre, e siamo chiamati ad essere come lui.
Abbiamo in noi un potenziale fatto di amore e di bellezza che ci rende visibili come una città costruita sopra un monte, se lo accogliamo.
La luce e il sale hanno senso se vengono condivisi con le altre persone. Il sale si scioglie nell’acqua della pasta dando gusto, da solo è immangiabile.
Siamo, allora avanti con fiducia
Notiamo il verbo “siete”, non “siate” né “dovete essere”. Non dobbiamo quindi pensare di avere dei doveri specifici da compiere, o che ci vengano richieste opere grandiose, imprese troppo grandi per noi e che magari nel cercare di compiere ci renderebbero arroganti. Diamo invece un seguito alle beatitudini che precedono questi versetti. A volte piccoli gesti come un sorriso o una vicinanza silenziosa sono il sale. Con fiducia, il sale in realtà non può perdere sapore, quindi capiamo che c’è una grande fiducia nei confronti dell’essere umano.
Sale e luce, prerogativa cristiana?
Ci interroghiamo su questo punto e abbiamo posizioni discordi. Qualcuna riconosce nel seguire Gesù la distinzione, il plus che rende possibile essere pienamente sale e luce, essere misericordiose e capaci di perdono. Altre ritengono che l’identità cristiana sia usata per ritenersi migliori e anche predominare, e che persone con differenti credo possano essere allo stesso modo sale e luce.
Ci può forse mettere d’accordo l’idea di provare ad essere pensanti (citato card. Martini: chiediamoci se le persone e noi stesse siamo pensanti o non pensanti, più che credenti o non credenti) . Continuiamo ad essere mendicanti di Dio.