Testo Gv 15,9-17
(edizione Bibbia CEI 2008)
9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
Commento a cura del Gruppo Donne
Amicizia
Meditiamo sull’utilizzo del termine “amici”, al quale Gesù dà significato di rapporto profondo, e che tra l’altro rimanda all’immagine precedente dei tralci della vite, tutti “pari” all’interno di un unicum. Notiamo il rimando alla Prima Lettura, dove Pietro dice a Cornelio davanti a lui di alzarsi, perché lui stesso è un uomo come gli altri.
Con gli amici c’è il coinvolgimento in una relazione personale, a differenza dei servi che sono semplici esecutori. Consideriamo anche che gli amici si scelgono, si sceglie di condividere i propri percorsi di vita con alcune persone che si ha avuto il dono di incontrare. Diverso invece il rapporto delle parentele, che non si scelgono. In questo senso forse i termini fratello-sorella sono troppo usati nella pastorale, e si dovrebbe parlare di più di amicizia. Amicizia è, anche, condividere l’esperienza di Dio, come facciamo anche nel nostro piccolo gruppo di condivisione.
Comandamenti?
La parola “comandamento” disturba un po’ perché siamo abituate a interpretarla come un comando da eseguire. Interpretandola come “invito” o, meglio, come “parola di vita” tutto appare più chiaro. D’altronde si tratta di una “imposizione” piacevole, visto che ci viene chiesto di amarci reciprocamente, vivendo così una gioia piena. Anzi, troviamo che sia straordinariamente bello che noi facciamo la gioia del Signore se ci vogliamo bene.
Notiamo che prima Gesù cita i “comandamenti” al plurale (nel tempo sono stati interpretati come regole morali), mentre nella seconda parte il comandamento è uno solo, l’amore. Anche il termine “osservare” necessita di essere compreso, ha il senso di “custodire”. Per rimanere nel Signore devi custodirne i comandamenti, cioè praticarli.
Amore
Ricordiamo come l’amore sia un sentimento incondizionato, come quello dei genitori verso i figli, che vengono amati sia quando si comportano bene, sia quando si comportano male. Comprende tanti aspetti della vita: rispetto, empatia, libertà, stima di sè e dell’altro, dialogo. Tuttavia è necessaria la reciprocità di sentimenti e meditiamo inoltre che solo chi si sente amato diventa in grado di provare a sua volta amore.
Ma l’amore può essere “comandato” o richiesto? Sembra una contraddizione. Questo amore senza riserve, che viene tradotto dal greco “agape” forse non è solo un sentimento ma anche uno stato spirituale. Non a caso l’equivalente latino di agape é caritas.
Se riconosciamo di avere un solo Padre, ne consegue che dobbiamo sentirci fratelli e sorelle, perché riconosciamo un’unica radice comune. Quindi trattiamo le altre persone come tali e le rispettiamo. L’amicizia è un valore che aggiunge a questo. Mi riconosco sorella di tutte le persone ma darei anche la vita per le amiche/amici.
Un messaggio per noi
Con queste parole molto belle Gesù ci dice che ci ha scelte e amate e che ci dona la relazione con il Padre. Se da una parte ci chiediamo come possa questo amore ricomprendere anche persone che nella storia hanno deliberatamente comandato e commesso ogni genere di malvagità, dall’altra ci concentriamo sulla nostra personale relazione con Dio, su come mettere in pratica le sue parole.
Parole che non sono ancora completamente comprese da noi e da tutta l’umanità, ancora siamo in ricerca nonostante Gesù dica “tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”…