Testo Gv 18,33b-37
(edizione Bibbia CEI 2008)
Commento a cura del Gruppo Donne
Cristo Re
Accostare la figura di Gesù all’immagine che abbiamo del re, di primo acchito ci crea qualche difficoltà. Ci rendiamo però poi conto che la festa di Cristo Re non è un racconto di gloria così come la intendiamo normalmente ma riporta al racconto della Passione, in cui la regalità di Cristo non viene compresa e, anzi, viene derisa. Nel Vangelo di Giovanni, a differenza degli altri, la Passione è maggiormente descritta come un’intronizzazione, un concetto di regalità dove si evidenzia la scelta di Gesù, piuttosto che il subire gli eventi.
Pilato non capisce di cosa stia parlando Gesù: verità, testimonianza, regno non di quaggiù. Sono concetti spirituali, non di potere materiale. Meditiamo che la maggioranza delle persone non l’ha riconosciuto, solo alcune e magari per il fatto di aver assistito a miracoli o eventi straordinari.
Quali cose noi stesse non riconosciamo, pur avendole magari sotto gli occhi? Sentiamo che quando viviamo relazioni problematiche, in quel momento non stiamo vedendo qualcosa di importante, il senso profondo di questa regalità, il senso di Gesù nella nostra vita.
La nostra regalità
Il Concilio Vaticano II ha sancito che tramite il battesimo le persone vengono “rese partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo” (Lumen Gentium 31). Ovvero, con il battesimo donne e uomini diventano re, profeti e sacerdoti (laici, mentre i presbiteri sono sacerdoti ordinati).
La regalità non ci viene assegnata da altri, è insita in ciascuna persona. Regalità è il saper decidere di attraversare il momento di passione che la vita pone davanti. Anche noi possiamo decidere di non essere vittime del destino e di percorrere la strada che la realtà di dolore propone allo stesso tempo nascondendone il significato.
Possiamo pensare anche che Cristo ci propone di vivere la regalità su tutto ciò che Egli ama: piante, animali, uomini e donne (Fratelli tutti). Ancora, la regalità sta nella preghiera che tutte sentiamo vicina: per Cristo, con Cristo e in Cristo.
Non per sentito dire
Meditiamo sul versetto “Dici questo da te oppure altri ti hanno parlato di me?”. Gesù invita Pilato a ragionare con la propria testa e non sotto l’influsso di quello che gli hanno detto le autorità religiose.
È importante per noi approfondire la Parola proprio perché vorremmo testimoniare Gesù, non solo per sentito dire ma per ciò che dice ad ognuna di noi.