Testo Mc 13,33-37
(edizione Bibbia CEI 2008)
33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”.
Commento a cura del Gruppo Donne
La contestualizzazione
La scansione della notte in 4 momenti è tipicamente dei romani, mentre gli ebrei la scandivano in 3 parti. Questo ci indica che il Vangelo di Marco è rivolto a romani e pagani e agli ebrei in diaspora che avevamo un po’ perduto il legame con le loro tradizioni. Anche il riferimento alla casa con portiere è tipico della domus romana dove nel primo vestibolo c’era il portiere che svolgeva l’importante funzione di sorvegliare e tutelare gli abitanti nella casa.
Viene presentata la notte come momento di insicurezza, il buio come carenza di discernimento. Occorre quindi fare attenzione, vegliare. Poco dopo viene raccontata la veglia nell’orto dei Getsemani e la passione di Gesù, che prende avvio nella notte.
La veglia
La veglia è espressione di amore, ad esempio si veglia per assistere una persona cara della quale ci si prendere cura, oppure si veglia per la preoccupazione verso una persona cara.
Gesù ci invita ad avere particolare attenzione e cura nel riconoscere il regno di Dio qui e ora, adoperandoci contro le ingiustizie che fanno sì che il regno non si realizzi, seguendo il suo esempio. Dio è in noi e si manifesta non quando saliamo verso il cielo, ma quanto più siamo umani. Quanto più mi curo dei fratelli e delle sorelle, quanto più veglio su di loro, tanto più mi avvicino al divino e realizzo la veglia.
Riflettiamo che non è vero che la Chiesa va a rotoli perché guarda troppo le cose del mondo, perché le cose umane sono impregnate del divino, come testimoniato dall’incarnazione di Gesù.
Il mistero dell’incarnazione
In questa prima domenica di Avvento meditiamo sul mistero dell’incarnazione di Gesù. E’ uno dei periodi forti nell’anno liturgico, che può aiutare a riflettere, a fare un bilancio della propria vita. Consideriamo che ogni periodo dell’anno può essere proficuo in questo senso, tuttavia in questo tempo c’è anche la dimensione comunitaria.