Testo MT 17,1-9
(edizione Bibbia CEI 2008)
1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.
Commento a cura del Gruppo Donne
Luce e voce per la relazione
Gesù è vestito di luce e Dio parla da una nuvola di luce. Luce e voce sono fenomeni fisici, che fanno parte della nostra vita terrena. Riflettiamo che questo indica un Dio che vuole mettersi in relazione con noi, per rivelarsi attraverso modalità che capiamo, in quanto ne facciamo esperienza umana. Spirituale e umano che si incontrano, si completano illuminandosi l’un l’altro. In questo brano la fisicità della natura umana è valorizzata, non sminuita.
Ascoltatelo (salire)
In questo tempo di quaresima: il bagliore della trasfigurazione che scatena un’emozione forte e cattura la vista bloccando le persone sul posto può essere accolto come invito a fermarsi, a dare spazio alla spiritualità, ad accogliere la parola “Ascoltatelo”. Siamo invitate a salire sul monte per metterci in relazione con Dio.
Capanne e comfort-zone (poi scendere)
Anche per noi “è bello stare qui”, cioè vivere la stabilità, rimanere in situazioni che ci danno sicurezza nella nostra quotidianità, nella quale cerchiamo di far fronte alle molte incertezze che nascono anche da una situazione globale dominata dalla crisi economica, climatica, sociale, sanitaria, della Chiesa. Ma Gesù che scende dal monte per andare incontro alle persone che non hanno potuto vederlo trasfigurato ci spinge ad uscire dalla zona comoda e agire concretamente nelle realtà che incontriamo. Quindi dopo essere salite sul monte siamo invitate a scendere e a trasfigurare le relazioni con le persone, riconoscendo gli altri come pari e ugualmente illuminati da Dio. Gesù che tocca i discepoli ci indica lui ci è vicino concretamente, ci invita a non fermarci di fronte alle difficoltà.
Gli intrecci con l’Antico Testamento per le prime comunità cristiane
Ci sono analogie con AT, essendo questo Vangelo stato scritto per le prime comunità che si trovavano a dover conciliare la loro radice ebraica con la novità di Gesù.
Il monte ricorda il Sinai delle tavole della legge, le tende ricordano la tradizione della festa delle capanne. Mosè ed Elia rappresentano la continuità rispetto al passato.
Capire la Trinità
E’ un punto ulteriore che si è aperto nella discussione. Riflettiamo su cosa sia realmente, su questo Dio padre che potrebbe essere visto come padre e madre, sullo Spirito e su cosa rappresenta, sul contesto patriarcale nel quale è vissuto Gesù.