Testo MT 4,1-11
(edizione Bibbia CEI 2008)
1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane”. 4Ma egli rispose: “Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio“.
5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
ed essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra“.
7Gesù gli rispose: “Sta scritto anche:
Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”.
8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai”. 10Allora Gesù gli rispose: “Vattene, Satana! Sta scritto infatti:
Il Signore, Dio tuo, adorerai:
a lui solo renderai culto“.
11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Commento a cura del Gruppo Donne
Sta scritto
Gesù non si confronta con il maligno sul terreno proposto da lui, sposta invece il confronto su un piano diverso, quello della Parola, affermando così che la scrittura è centrale e fondante nella sua vita, che le sue radici sono nell’antico testamento.
Riflettiamo che non rispondere al maligno sul suo terreno è l’unico modo di contrastarlo, occorre cambiare prospettiva invece di farsi trascinare in una spirale negativa. Citato il discorso del Papa all’Angelus 2019 in merito a questo punto: “Gesù nel rispondere al tentatore non entra in dialogo, ma risponde alle tre sfide soltanto con la Parola di Dio. Questo ci insegna che con il diavolo non si dialoga, non si deve dialogare, soltanto gli si risponde con la Parola di Dio”.
Anche il maligno usa la Parola, nella seconda tentazione. Questo ci fa riflettere sul fatto che la Parola è lo strumento che abbiamo per avvicinarci a Dio e che è importante conoscerla e comprenderla per non fare dire a Dio delle Parole che invece sono nostre.
Il male è nel mondo esterno ma anche dall’interno delle persone, riusciamo a gestire questa lotta interna approfondendo la Parola. Possono essere altri che ci danno una lettura sbagliata di Dio, ma anche noi stesse possiamo incorrere nello stesso errore.
Perché le tentazioni?
E’ l’azione dello spirito porta Gesù nel deserto delle tentazioni, ma ci chiediamo se Gesù avrebbe potuto sottrarsi a queste prove, data la sua natura divina. Le tentazioni rientrano nella realtà del suo farsi uomo, della consapevolezza della sua missione che è cresciuta nel corso della sua vita, un percorso dalla nascita fino a “non la mia ma la tua volontà”.
Nella nostra realtà quotidiana le tentazioni rappresentano tutti i dubbi e anche i conflitti interni che abbiamo, perché Dio ci ha creato liberi.
Le tentazioni
Evidenziamo il parallelo delle tentazioni con episodi nel deserto di Esodo.
La prima ci riporta all’episodio della manna in Esodo 16. Pensiamo alla tentazione di accumulare cibo che è tipica dei nostri tempi.
La seconda tentazione ci riporta all’episodio dell’acqua di Massa e Meriba in Esodo 17. Riflettiamo sul fatto che la nostra preghiera invece di chiedere a Dio di fare qualcosa per noi (ascoltaci Signore) dovrebbe maggiormente essere volta a chiedere che ci aiuti ad ascoltarlo, cioè non pretendere di “imporre” azioni al Signore, evitando la tentazione del miracolismo e con attenzione a non innescare il mercato della ricompensa per avere fatto qualcosa (ti prego sempre ma non si realizza mai quello che vorrei). Dall’altra parte l’atteggiamento di richiesta è il tipico atteggiamento filiale, rientra nella dinamica del rapporto genitore figlio e in questo ci possiamo ritrovare.
Il parallelo della terza tentazione è con l’episodio del vitello d’oro, con la tentazione del potere, di schiacciare il prossimo e di farsi degli idoli, che nella vita di oggi possono essere molti: alcolismo, tabagismo, lavoro… Gesù sapeva incantare le folle ma non si è mai posto come capo, non cercava il potere.