Testo MT 5,17-37
(edizione Bibbia CEI 2008)
17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18 In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32 Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.
Commento a cura del Gruppo Donne
Ebraismo e cristianesimo
“Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”. Con queste parole Gesù fa capire che non dovrebbe essere fatta una contrapposizione tra ebraismo e cristianesimo, in quanto l’ebraismo è intrinseco al cristianesimo. Citato il discorso di Papa Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma, 1981.
Non è quindi corretto considerare gli ebrei il popolo delle leggi e i cristiani il popolo dell’amore.
La legge alla quale Gesù fa riferimento sono le scritture, in particolare la Torah che viene spiegata dai Profeti. E infatti è da notare che non dice di essere venuto per spiegare le scritture, che sono già spiegate dai profeti, ma a darne compimento: il compimento è la morte e la resurrezione di Gesù.
Una questione di scelte
Gesù fa affermazioni che scandalizzano, utilizzando toni pesanti e paradossali perché l’intento è quello di farci evitare di sentirci “a posto” solo perché abbiamo rispettato i precetti. Non dobbiamo abbracciare la logica di conseguire premi per il nostro comportamento. Non avanziamo nella fede in quanto rispettiamo dei precetti, ma perché il nostro stile di vita ci porterà naturalmente a rispettarli. Citata la Lettera di San Paolo ai Romani 13,8-10 (chi ama l’altro ha adempiuto la Legge).
Vivere solo aderendo ai precetti equivale a vivere come le piante, che crescono e si sviluppano in base all’atmosfera, alla temperatura, alle piogge, cioè secondo le leggi della natura. Noi invece abbiamo in più la libertà di scelta, possiamo scegliere tra il bene e il male. Ma seppur liberi siamo fragili, dobbiamo trovare le forze nello Spirito.
Come interpretiamo questi versetti, in particolare quelli sul ripudio
Gesù è incarnato nella cultura del suo tempo e lo stesso vale per gli autori dei Vangeli. Se Dio entra nella storia dell’uomo, anche le interpretazioni sono in evoluzione.
Obiettivo non è quello di indicarci dei precisi modi di fare ma di agire responsabilmente. Per alcuni passi può apparire più chiaro, ad esempio: “Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio” ci indica di fare attenzione perché non è solo uccidendo che si fa del male al prossimo.
“Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono” pensiamo che ci chiami a responsabilità e accoglienza nei rapporti con i famigliari, senza però imporre di non partecipare alla liturgia se le cose non si riescono a risolvere.
I versetti contro il ripudio sono più complicati da interpretare: capiamo che Gesù, che aveva attenzione per gli ultimi, come i bambini e le donne, ha inteso così proteggere le donne dall’essere abbandonate dai mariti, dopo avere magari passato insieme molti anni di matrimonio e avuto molti figli; cosa che peraltro capita anche oggi con la differenza che oggi esistono leggi che tutelano il mantenimento e in generale la donna divorziata non è più un’emarginata sociale.
Come interpretare quindi questa indicazione nell’oggi, nel momento in cui viene a mancare il rapporto amoroso, l’alleanza di dono reciproco fra i coniugi? Come esercitare al meglio la propria libertà di scelta? Ad esempio, una strada è quella di mantenere una responsabilità reciproca anche dopo la separazione, anziché obbligarsi a restare insieme in situazioni devastate. Impegnarsi a ricostruire la relazione fra i due, con le famiglie, con i figli, e con l’aiuto della comunità, è questa l’interpretazione che diamo alle indicazioni del Vangelo contro il ripudio.